Definiti gli schieramenti che si sfideranno alle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale della Bat in programma il prossimo 17 marzo. Questa mattina, a mezzogiorno, la scadenza dei termini per la consegna delle liste. Due quelle presentate. Tornata elettorale di secondo livello e dunque aperta alla partecipazione dei soli sindaci e consiglieri comunali delle città della Bat, ad esclusione di Trinitapoli, attualmente commissariata. Il centrosinistra punta alla riconferma dei consiglieri provinciali uscenti Lorenzo Marchio Rossi di Andria, Federica Cuna di Trani, Pier Paolo Pedone di Bisceglie e Pasquale Di Noia di Spinazzola, quest’ultimo in quota Forza Italia. Della lista fanno parte anche Rosa Tupputi di Barletta, Giovanni Maria Suriano di Canosa, Fabio Capacchione e Grazia Dipace di San Ferdinando di Puglia, Salvatore Lattanzio e Vanessa Natola di Margherita di Savoia e Angela Ludovico di Spinazzola. 12 i candidati per il centrodestra, uno in più dello schieramento avversario. Quattro sono consiglieri comunali di Canosa: Michele Vitrani, Lucia Rosaria Masciulli, Mariangela Malcangio e Angela Maria Di Donato. Poi Andrea Barchetta di Andria, Gennaro Calabrese di Barletta, Giovanni Di Leo ed Emanuele Cozzoli di Trani, Michele De Noia di Bisceglie, Maria Bellini e Michele Nobile di Minervino Murge e Bruna Glionna di Spinazzola. Il presidente della Provincia Bat rimarrà Bernardo Lodispoto, del centrosinistra, riconfermato alla guida dell’ente alle elezioni dello scorso 3 dicembre quando sconfisse per una manciata di voti il candidato del centrodestra Michele Patruno. Non è escluso, dunque, che all’esito delle votazioni del 17 marzo prossimo, si possa verificare l’insolito caso di un presidente di centrosinistra ed un consiglio provinciale a trazione centrodestra, con tutti i problemi di governabilità dell’ente che ne deriverebbero. Conseguenze di un’assurda legge elettorale che anche questa volta prevede il voto ponderato, in base al quale il peso specifico di ogni consigliere comunale varia in base alla città di provenienza. E dunque il voto espresso da un consigliere comunale di Minervino o di Spinazzola varrà il doppio di un collega di Canosa, San Ferdinando o Margherita di Savoia e addirittura quattro volte tanto la preferenza espressa da un consigliere di Andria, Barletta, Trani e Bisceglie.
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