È passata per silenzio assenso del consiglio comunale di Andria la possibilità per i cittadini contribuenti di vedersi annullare sanzioni, interessi e interessi di mora sulle cartelle fino a mille euro emesse dall’ente tra il 2000 e il 2015. Che i numeri non fossero dalla parte della maggioranza che sostiene il sindaco Giovanna Bruno lo si era capito sin da subito: partita con un’ora di ritardo, la seduta del consiglio comunale si è aperta con soli 14 presenti (gli assenti della maggioranza erano: Bartoli, Marchio Rossi, Montrone, Sgarra, Vilella) e dopo un’altra ora dedicata a interrogazioni e interpellanze, il provvedimento più rilevante su cui era chiamato ad esprimersi il consiglio comunale di Andria era quello relativo all’annullamento automatico dei debiti di importo residuo fino a mille euro risultanti dai singoli incarichi affidati all’agenzia di riscossione dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. Il Governo Meloni ha infatti previsto il cosiddetto saldo e stralcio sui crediti erariali di propria competenza. Per i crediti erariali degli enti locali come i comuni, ha lasciato invece che la decisione dovesse essere assunta dalle assemblee elettive entro il 31 gennaio 2023, termine ultimo per adottare l’opzione di non applicazione. Superato il termine, il saldo e stralcio passa in automatico. E così è stato nonostante la maggioranza di Giovanna Bruno avesse preparato e discusso la propria delibera di non adesione: “è una questione di equità nei confronti dei cittadini che pagano regolarmente le tasse” hanno affermato più rappresentanti della maggioranza per sostenere questa iniziativa che avrebbe evitato quello che hanno definito “un piccolo condono”. Ma per le opposizioni l’iniziativa del Governo ha tutt’altro obiettivo: secondo Nino Marmo la prospettiva è quella di far introitare ai comuni somme che sarebbero altrimenti perse. Aderire a questo saldo e stralcio pagando solo la sorte capitale sarebbe un modo per permettere a chi non è in grado di affrontare cartelle esattoriali divenute impossibili di rimettersi a posto con il proprio ente di riferimento. L’iniziativa della maggioranza di Giovanna Bruno invece – ha fatto notare Marmo – ha il solo obiettivo di accodarsi ad una iniziativa politica guidata dal comune di Bologna oltre ad avere un tenore da maestrina di buone maniere. “L’equità sociale”, ha fatto notare il consigliere di Fratelli d’Italia Andrea Barchetta “non è stata tenuta in nessuna considerazione quando la maggioranza di Giovanna Bruno ha votato la TARI sociale che ha scontato la tassa rifiuti ad alcuni beni della Chiesa”. Nel suo programma Giovanna Bruno proponeva addirittura il baratto fiscale ha fatto notare la consigliere Donatella Fracchiolla. D’accordo con le altre opposizioni anche parte dei consiglieri del Movimento 5 Stelle: Di Pilato ha annunciato il voto contrario suo e di Doriana Faraone mentre Michele Coratella per sé e per Vincenzo Coratella aveva detto: “sicuramente votiamo perchè restino interessi e sanzioni sulle cartelle esattoriali del comune”. Ma di lì a poco i fratelli Coratella sono spariti dall’aula insieme alle altre opposizioni e la maggioranza non ha avuto più i numeri per approvare la propria proposta.
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