Cadere o non cadere, questo è il dilemma: la maggioranza spaccata di Giovanna Bruno ha segnato ancora un passaggio a vuoto ieri con un consiglio comunale sciolto senza aver approvato nulla per la presenza di soli quindici consiglieri.
Sono sempre di più gli esponenti della maggioranza insoddisfatti della gestione amministrativa della sindaca Bruno che da parte sua sembra non voler far nulla per rimettere insieme i cocci di una squadra ormai dilaniata anche nei rapporti personali.
Il tema delle dimissioni sarebbe stato invocato anche ieri nella riunione post consiglio: cadesse l’amministrazione la sindaca potrebbe coltivare liberamente l’aspirazione della candidatura alle regionali ma è ancora troppo presto per prendere una decisione così drastica visto che, auspici a parte, anche il centrosinistra a livello regionale non ha ancora un candidato presidente e anche sulla fissazione della data in autunno è rischioso metterci una mano sul fuoco.
Si tira a campare dunque quando, come successo la settimana scorsa, c’è da approvare un rendiconto economico senza il quale si andrebbe immediatamente a casa. Si torna alle schermaglie quando c’è da discutere un provvedimento come una semplice variazione di bilancio su cui non si è riusciti ad andare avanti ieri. Sciolto il consiglio non è arrivati a discutere neanche il tema più complesso e delicato della legge regionale 36, il cosiddetto piano casa, che è di primaria importanza per lo sviluppo abitativo ed urbanistico della città. Dispettucci e prove di forza sono il pane quotidiano su cui si confronta la coalizione che nel 2020 contava 21 consiglieri e che ieri ha raggiunto il minimo storico con solo 15 presenti.
“Con la solita faccia tosta, provano a ribaltare la realtà: il loro caos diventa sempre colpa degli altri”– così scrivono alcuni consiglieri in una nota diffusa oggi anche da alcuni ex componenti della maggioranza – “Scappano dai dibattiti scomodi – come la discussione sui dehors – ed ora si ergono a paladini della partecipazione.”
Anche il centrocestra rincara la dose e, tornando sul tema del pasticciato piano del traffico in corrispondenza dei lavori di interramento, rilevano “l’assoluto disinteresse e il totale fallimento politico e gestionale di un’Amministrazione che ha fatto del “green”, a parole, uno dei suoi cavalli di battaglia. Oggi, invece, si trova a rappresentare l’emblema della contraddizione tra proclami e realtà, tra slogan ambientalisti e scelte che minano la qualità della vita.”



