La crisi politica che da tre mesi paralizzava il Comune di Minervino Murge è esplosa definitivamente questa mattina, quando sette consiglieri comunali, con le loro firme dal notaio, hanno messo fine al mandato del sindaco Lalla Mancini, aprendo di fatto la strada al commissariamento e alle nuove elezioni. È la conclusione di un muro contro muro che andava avanti da giugno, con il primo cittadino sempre più isolato e una parte della sua stessa maggioranza insofferente per la gestione amministrativa e per le modifiche alla giunta ritenute calate dall’alto e mai realmente condivise. Il documento, con le firme autenticate, è stato trasmesso al Segretario Generale del Comune e certifica la sfiducia al sindaco che guidava l’amministrazione dal 2021, al suo secondo mandato consecutivo.
A sottoscrivere la fine anticipata della consiliatura non solo i quattro consiglieri di opposizione – Rosa Superbo e Michele Tamburrano del Partito Democratico, Antonio Scarpa e Stefania Rubino di Forza Italia – ma anche tre esponenti eletti nella lista civica di maggioranza “Siamo Minervino” – Michele Nobile, Marilena Schiavo e Massimiliano Bevilacqua – sancendo una spaccatura insanabile che nemmeno l’intervento dei vertici provinciali e regionali di Fratelli d’Italia è riuscito a ricucire. Le avvisaglie di quanto accaduto oggi erano già arrivate la scorsa settimana, durante il consiglio comunale sugli equilibri di bilancio, quando il provvedimento, respinto una prima volta a inizio mese, era passato soltanto in seconda convocazione grazie a quattro voti favorevoli su otto della maggioranza. Lalla Mancini, che nei giorni scorsi aveva annunciato di voler spiegare pubblicamente le ragioni della crisi e le sue decisioni future, manterrà quasi certamente il suo proposito di informare la città, ma dovrà farlo da ex sindaco. Mentre il Comune si prepara ad essere guidato da un commissario nominato dalla Prefettura fino alle prossime elezioni.



