Sindaco, deputato, presidente del consiglio regionale e, dal 1975 al 1977, presidente della Rai. Senatore e in seguito sottosegretario al tesoro del Governo Craxi, Beniamino Finocchiaro ha ricoperto incarichi di prestigio rappresentando la sua Molfetta ai più alti livelli istituzionali. Vent’anni fa, il 13 agosto del 2003, la morte, poco dopo aver festeggiato l’ottantesimo compleanno.
L’influenza politico-culturale dell’attività di Finocchiaro, insegnante e giornalista, ha forgiato inevitabilmente tutti quei giovani che si sono avvicinati alla sua carismatica figura, fra cui l’attuale sindaco Tommaso Minervini, ritenuto a tutti gli effetti uno dei suoi allievi.
Socialista convinto, Finocchiaro non ha mai condiviso la scelta, compiuta da alcuni ex compagni di partito, di passare a destra e aderire (per la gran parte) a Forza Italia e ha continuato a partecipare al dibattito cittadino anche dopo l’ultima esperienza di impegno diretto nell’agone elettorale, in occasione delle amministrative del 1998 quando si è candidato alla carica di primo cittadino senza però raggiungere il ballottaggio poi vinto da Guglielmo Minervini su Annalisa Altomare.
Il consiglio comunale di Molfetta, nel dicembre 2013, ha deliberato all’unanimità la proposta di intitolazione di una strada a “Beniamino Finocchiaro – uomo illustre”.
«Egli vive nei nostri ricordi, negli insegnamenti, nell’impegno, nella storia di questa città» hanno rimarcato i rappresentanti dall’associazione “Elena e Beniamino Finocchiaro”. «Continueremo a farne memoria insieme a tutti coloro che lo hanno conosciuto».
La politica e la vita sociale di Molfetta sono state segnate indelebilmente dal suo significativo passaggio e dalla sua azione. Beniamino Finocchiaro resterà per sempre uno dei protagonisti più efficaci e incisivi delle vicende della città dal secondo dopoguerra in poi.