Non cambia la musica nel consiglio comunale di Andria quando si parla di bilancio: lo scambio di accuse è sempre lo stesso con la maggioranza di centrosinistra a lagnarsi della situazione debitoria lasciata dalla precedente amministrazione e il centrodestra con il refrain che gran parte di quei debiti sono il frutto scelte scellerate delle ancor precedenti amministrazioni di centrosinistra. Quel che appare evidente dal rendiconto 2021 e dal bilancio di previsione 2022 approvati a maggioranza è che se non fosse per i fondi erogati dallo Stato, i mancati introiti del comune di Andria sarebbero insormontabili. Dei 17 milioni di euro che il comune dovrebbe incassare dalla TARI, sono una decina quelli effettivamente riscossi e va da sé che 7 milioni all’anno sviluppano in pochi anni cifre astronomiche…da dissesto. Anzi, sulla famosa querelle della doppia aliquota del 2015 il comune prevede di perdere oltre 4milioni 750milai euro se è vero, come è vero, che ha messo questa cifra a deposito cautelativo oltre a circa 2,5 milioni di debiti fuori bilancio. Per questo il centrodestra insiste nel chiedere che si metta mano all’ufficio tributi dove manca un dirigente ad hoc mentre si attende che diventino operativi i dipendenti multiservice che sono stati destinati a curare la riscossione tributi minori. Con che spirito potranno poi adoperarsi considerato che, come ha fatto rilevare il consigliere Scamarcio, il DUP prevede una riduzione dei loro stipendi, è tutto da vedere. La maggioranza è rimasta sempre compatta in questa seduta caratterizzata da argomenti economici rilevanti: persino quando non sono sembrate convincenti le risposte su quello che potrebbe essere stato un errore, anche se solo formale. Come ha fatto rilevare il consigliere Luigi Del Giudice, è stato approvato prima il bilancio di previsione 2022 e solo dopo il rendiconto 2021 al contrario di quanto avvenuto in giunta.
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