Dieci anni dopo rimane un vuoto fisico e simbolico. In via Roma, nel centro di Barletta, non si è più costruito nulla lì dove sorgeva la palazzina che il 3 ottobre del 2011 inghiottì le vite di cinque giovani donne, quattro operaie di un opificio e la figlia 14enne del titolare. Domenica, sul luogo della tragedia, la commemorazione delle istituzioni e dei parenti delle vittime.
INTERVISTA A SORELLA DI UNA DELLE VITTIME
L’anno scorso la sentenza della Cassazione confermò la condanna di sei imputati sui 14 inizialmente finiti alla sbarra. Per alcuni di loro dovranno essere riquantificate le pene. Secondo i giudici il collasso della palazzina di via Roma fu causato dai lavori di demolizione dello stabile adiacente. La speranza dei parenti delle vittime è che la giustizia possa fare il suo corso e lenire il dolore di ferite ancora aperte
INTERVISTA A SORELLA DI UNA DELLE VITTIME
Tanti i messaggi di cordoglio e vicinanza espressi dai cittadini. Scoperta anche una targa che ricorda il triste primato di Barletta per numero di vittime causate dai crolli. Nel 1952 in via Magenta morirono 17 persone, in via Canosa sette ani più tardi si aggiunsero altre 58 vittime sino alla tragedia di via Roma del 2011. Un passato ricco di dolore che a Barletta si spera possa servire da monito per costruire un futuro senza più drammi legati alla malaedilizia.
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