Ottenere il green pass in Puglia non è così facile come sembra. Migliaia di persone sono ancora alle prese con le lentezze della burocrazia per ricevere la certificazione verde. Colpa in molti casi delle falle presenti nel database regionale anche se tra i richiedenti rimasti a mani vuote c’è pure chi non ha inserito correttamente il proprio codice fiscale. Il Dipartimento di Salute della Regione e le Asl delle sei province sono subissate di mail con richieste di chiarimenti. Duemila le segnalazioni arrivate in una settimana alla sola Asl di Bari. I problemi nascono quando i richiedenti hanno ricevuto una dose di vaccino in Puglia e un’altra fuori regione e all’interno del database non vengono allineate le somministrazioni. C’è anche chi ha avuto l’infezione da covid e fatto la prima dose di vaccino ma, risultando assente nel sistema regionale la certificazione di avvenuta guarigione, non può ottenere il green pass della validità di 9 mesi. A questi casi si sommano le difficoltà incontrate da chi ha fatto il vaccino all’estero, di chi ha contratto il virus sia prima che dopo aver ricevuto il vaccino, dei cittadini iscritti all’Angarafe Italiani Residenti all’Estero che non risultano nei sistemi regionali. Una matassa che le Asl e il Dipartimento di Salute cercano di sbrogliare giorno dopo giorno impegnandosi ad evadere quante più richieste possibili. Ogni altra strada per ottenere il green pass, d’altronde, è semplicemente illegale, come dimostra quanto accaduto nei giorni scorsi a Locorotondo e denunciato dal sindaco Antonio Bufano. Durante la festa patronale un gruppo di persone sarebbe stato immortalato in foto e video mentre accede all’area ospitante le giostre esibendo una falsa certificazione verde. Il primo cittadino ha provveduto a denunciare l’accaduto ai carabinieri e ai vigili urbani.
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