Nella notte di Bari-Ternana, dei giochi di luce e del dj-set, c’è una stella che è tornata a brillare in tutto il suo fulgore. È la stella di Rubén Botta che, indossato l’abito migliore per quella che è stata una splendida serata di gala, ha incantato la platea dei quasi 39mila spettatori, estasiati di fronte alle giocate del “dieci”, finalmente tornato ai livelli che gli competono. Rilanciato tra i titolari per l’assenza di Bellomo, appiedato dal giudice sportivo, Rubén ha fatto spellare le mani dal primo all’ultimo minuto in cui è stato in campo. Padrone assoluto del San Nicola, il 32enne di San Juan si è portato a spasso a ritmo di tango tutta la difesa della Ternana. Imprendibile, a tratti quasi umiliante con chiunque provasse a mettergli il bastone tra le ruote. Come quando, nel primo tempo, ha mandato al mare il diretto avversario con un tunnel fulminante, prima di pennellare al centro per il gol di Scheidler, poi annullato per un fuorigioco che solo il var poteva ravvisare. Ha provato anche a mettersi in proprio, il fantasista argentino, costruendo l’occasione più importante del match, spentasi solo per colpa della traversa che ha strozzato l’urlo in gola. Nel mezzo, una serata in cui il numero dieci dei biancorossi ha fatto da collante tra centrocampo e attacco, ha toccato decine di palloni, sfornato dribbling e giocate da categoria superiore: è stato, in una sola parola, incontenibile. Esattamente come i tifosi lo ricordavano per la fantastica prima parte di stagione in Serie C, in cui fino all’infortunio è stata l’arma in più del Bari. Quest’anno, per Ruben, non è stato un inizio semplice, nonostante il gol alla prima stagionale in coppa contro il Padova. Mister Mignani gli ha spesso preferito Bellomo, regalando a Botta solo 6 apparizioni in campionato. Lui si è allenato, è rimasto a disposizione, e si è preso la scena appena ne ha avuto la possibilità. Adesso, sfilargli quella maglia da titolare non sarà semplice per nessuno.
