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Bari, da Longo a Caserta non è cambiato nulla: stessi punti e difesa più fragile

Andare oltre il limbo della mediocrità. Un’operazione che sin qui al Bari di Fabio Caserta non è riuscita. La terza sosta stagionale per gli impegni delle Nazionali è l’occasione per tracciare un bilancio del rendimento di Pucino e compagni nelle prime 11 giornate di campionato. E il parallelismo con il team guidato un anno prima da Moreno Longo viene spontaneo. Soprattutto alla luce di una considerazione: i punti raccolti sul campo da questo Bari sono gli stessi, 13 in 11 partite (siamo alla dodicesima giornata, è vero, ma i biancorossi non sono scesi in campo nella trasferta con la Juve Stabia, partita che sarà recuperata il 4 dicembre). Uguale è anche il numero di gol segnati, 11, mentre nove erano i centri al passivo, sette in meno dei 16 oggi incassati. A diminuire è stato il numero dei marcatori: se nel Bari di oggi a guidare c’è Moncini con cinque reti, seguito da Gytkjaer a tre e dalla rete a testa per Verreth, Dorval e Cerri, in quello di ieri, Lasagna e Dorval erano a due, con Novakovich, Pucino, Lella, Mantovani, Maita, Ricci e Favilli a uno. La squadra di oggi ha vinto una partita in più (tre a due) ma ha anche pareggiato meno (quattro a fronte dei sette segni “X” di un anno fa) e perso più partite, ben quattro. Dati frammentati secondo traiettorie differenti, che sin qui non hanno però impedito al copione di ripetersi: mancano personalità e leadership, oltre a dei giocatori in grado nei momenti più complessi di prendere in mano la squadra e spingerla al di là del compitino. La serie positiva inanellata da fine settembre, con tre vittorie, tre pareggi e un solo ko – a Reggio Emilia – ha permesso alla panchina di Caserta di acquisire solidità ma per l’obiettivo prefissato da società e area tecnica, l’accesso in zona playoff, questo ruolino di marcia non può essere sufficiente. In comune con l’ultimo Bari questo ha anche un’altra caratteristica: non sfrutta la superiorità numerica. Già nella scorsa stagione, contro Sassuolo, Sampdoria, Reggiana, Cesena e Modena i biancorossi avevano giocato in 11 contro 10 portando a casa appena quattro punti complessivi. Un film che si è ripetuto nell’ultima partita giocata a La Spezia. Un limite che rischia seriamente di diventare strutturale.

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