Rilancia la corsa alla Serie A attraverso l’intervento di un socio dall’estero, guarda al 2026 come l’anno delle novità in organigramma e rassicura sui rapporti con istituzioni e amministrazione comunale, definiti “ottimi” dopo la recente uscita del sindaco Vito Leccese. Mentre la tifoseria biancorosso scende in piazza, chiede di porre fine a un’era societaria iniziata sette anni fa e svuota il San Nicola il presidente del Bari Luigi De Laurentiis offre una nuova narrazione del presente e della visione aziendale. Lo fa in occasione di una cena di Natale riservata agli sponsor. In attesa che venga convocata una conferenza richiesta a gran voce dalla stampa ormai da settimane e mentre la squadra sul campo non ha ancora una forma a un’identità, il punto di vista della proprietà è stato espresso in un evento riservato a un nucleo ristretto di invitati, evidentemente oggi considerati gli “stakeholders” del Bari. Nel 2025, l’era delle connessioni super veloci e dei pensieri che circolano con la rapidità di un click, distinguere però la dimensione privata con quella pubblica è esercizio complicato. Soprattutto se a parlare è il numero uno di un’azienda che porta il nome di una città capoluogo di regione e se lo fa in occasione di una cena in cui gli smartphone sono a portata di mano. È così che le sue parole hanno viaggiato rapidamente nelle chat di mezza città, facendo inevitabilmente rumore.
La notizia è che la classifica, con il Bari oggi quindicesimo con 15 punti a +1 su playout e retrocessione diretta, non fa paura a De Laurentiis. Il traguardo è infatti «quello di consegnare questa squadra dopo tanti anni di lavoro e questo brand a una realtà molto solida per arrivare in Serie A». Due giorni prima l’allenatore biancorosso Vincenzo Vivarini era stato estremamente pragmatico in mixed zone: «Dobbiamo pensare alla salvezza» il manifesto srotolato senza filtri dall’allenatore abruzzese. Per evitare il salto all’indietro di categoria il Bari dovrà inevitabilmente intervenire – dopo aver cambiato il settimo allenatore in due anni – attraverso un calciomercato robusto. Intanto come si ha intenzione di recuperare il rapporto con la piazza e di riportare in auge il brand, passato in due anni e mezzo dai 60mila per la finale playoff ai 4000 presenti sugli spalti del San Nicola per Bari-Pescara, con curve vuote e bombe carta all’esterno dello stadio? Domanda che resta nell’aere, in attesa di un incontro con la stampa che non viene convocato dallo scorso luglio. Succederà prima di Natale o anche per questo occorrerà attendere il 2026?



