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Bari, dopo il gol Achik chiede spazio. Di Toro: “Marino può essere la sua fortuna”

Settantuno giorni di attesa. Quelli che hanno separato la firma con il Bari dal primo gol in B di Ismail Achik. L’ha fatto bello. E fondamentale per evitare una sconfitta che avrebbe avuto del clamoroso a Piacenza contro la FeralpiSalò: avversario che aveva ribaltato il punteggio dopo il doppio vantaggio del Bari con le reti di Nasti e Sibilli nei primi 50 minuti, con tanto di rigore fallito da Diaw. La rimonta rischiava di costare la prima sconfitta dell’era Marino. Eventualità cancellata da Achik. Al quale sono bastati 30 secondi per incidere. Quelli trascorsi tra il suo ingresso in campo per Pucino e il destro di controbalzo per battere Pizzignacco. Elio Di Toro, ds che lo ha portato nel calcio che conta con il Cerignola, non nasconde la sua soddisfazione.

E dire che nei primi due mesi di Bari Achik aveva visto il campo con il contagocce: 46 minuti tra le gestioni Mignani e Marino, confinato in fascia e inserito in una squadra che ha iniziato la stagione tra alti e bassi. Ma che aveva creduto in lui pagando il cartellino 300mila euro (più circa 150mila di bonus, legati a obiettivi di squadra e personali). Isma ha continuato ad allenarsi, senza perdere la fame. Compagna di viaggio sin dai primi calci a Cutro, provincia di Crotone, dove questo ragazzo dal dribbling facile rubava l’occhio ancora minorenne partecipando a tornei estivi in spiaggia.
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Marino se lo coccola, i tifosi lo vorrebbero vedere di più in campo. Achik ora non vuole più fermarsi. Con un chiodo fisso nel cassetto, mai negato dall’arrivo a Bari. La Nazionale marocchina, come fatto da Walid Cheddira un anno fa. Del suo connazionale a Bari Achik ha ereditato il numero di maglia, l’11, e l’ambizione.

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