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Bari, gli ultras della Curva Nord tornano a “casa”

89 settimane. Un’eternità per chi, una domenica si e l’altra pure, da una vita lascia tutto e tutti per correre sui gradoni del San Nicola oppure ovunque giochi il Bari. 623 giorni, tanti ne erano trascorsi, prima della sfida interna contro la Vibonese, da quel Bari-Avellino del 1 marzo 2020, ultima partita di quella che sembra una vita precedente, quella, cioè, vissuta prima che il covid entrasse prepotentemente nelle nostre esistenze. Ed è vero, siamo ancora lontani da quella che consideravamo la normalità. Ma è altrettanto vero che vedere una curva da cui partono cori, si sventolano bandiere e rullano i tamburi fa bene al cuore. Il tifo organizzato barese, sposando una linea condivisa da buona parte del mondo ultras italiano, aveva deciso, a inizio stagione, di restare fuori dagli stadi come forma di protesta nei confronti delle restrizioni imposte agli spettatori degli impianti sportivi: su tutte, era ritenuto inaccettabile il distanziamento, che avrebbe reso, a detta loro, impossibile il tifo, visto prima di tutto come forma di aggregazione. Gli ultras della Curva Nord, oggi, con la capienza massima portata al 75%, hanno finalmente deciso di tornare a casa. E di colorarla, come solo loro sanno fare. Via il grigio del cemento e la tinta spenta dei seggiolini della curva, dentro il biancorosso di striscioni e bandieroni. Perché vedere uno stadio pieno è sempre bello, ma anche l’occhio vuole la sua parte. Bentornati!

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