Statistiche alla mano, sta guidando il miglior Bari in Serie B del nuovo millennio. Un Bari che, ed è questo il dato che colpisce più di tutti, è ancora imbattuto dopo 8 giornate. Con grandissimo merito, brillando in casa e soprattutto in trasferta, dove ha raccolto 13 dei 18 punti conquistati fin qui, in questo incredibile avvio di stagione. Di questo pazzesco Bari se ne parla e se ne sta parlando ovunque. Si sta parlando forse troppo poco della sua guida, Michele Mignani.
Sarà che è una guida silenziosa e poco appariscente, sarà che, da sempre, tende a trasferire i suoi grandissimi meriti ai suoi ragazzi. Sarà anche che è uno di quegli allenatori che difficilmente regala il titolone a effetto come tanti altri suoi colleghi. E questo perché, da quando il mondo Bari ha imparato a conoscerlo, mister Mignani non è mai andato sopra le righe, non si è mai esaltato nemmeno quando avrebbe potuto, non si è mai abbattuto nei (fin qui pochi, a dirla tutta) momenti difficili. Equilibrio è la parola d’ordine del tecnico genovese. Non solo una parola d’ordine, ma un vero e proprio modo di vivere. All’esordio in Serie B dopo la gavetta sulle panchine di Siena, Latina, Olbia e Modena, il 50enne Mignani in cadetteria ci è arrivato guadagnandosela sul campo. Vincendo, anzi stravincendo un campionato di Serie C.
Alla guida di una squadra, è vero, costruita per vincerlo quel campionato. Ma è altrettanto vero che primeggiare non è mai semplice, tantomeno quando alla vittoria non esistono alternative. Che vincere sia obbligatorio come la scorsa stagione, o un plus come in questa, Mignani non si scompone e tira dritto per la sua strada. Assorbendo e mettendo da parte dubbi, critiche e perplessità sul proprio operato. Non avendo mai timore di relegare in panchina gente che sarebbe titolare inamovibile in qualsiasi altra squadra. Come ha fatto l’anno scorso con Antenucci e D’Errico quando secondo lui era necessario. Come sta facendo in questo campionato con Botta, tanto per fare un nome. Per mister Mignani viene sempre e comunque prima la squadra, l’equilibrio in campo e fuori. In tanti, all’alba di quella che, da tutti gli addetti ai lavori è stata definita come una delle Serie B più belle, affascinanti e difficili di sempre, avevano avanzato dubbi sulla capacità del mister di adattarsi a un campionato per lui assolutamente nuovo. Dubbi anche legittimi, perché il pensiero ricorrente era che, l’anno scorso, il Bari avesse vinto il campionato più per merito dei singoli che del collettivo. Dubbi che fin qui sono stati spazzati via da un allenatore che, giornata dopo giornata, sta dimostrando quanto il lavoro fatto dal luglio 2021 a oggi stia pagando: in termini di coesione del gruppo, di un gioco sempre più bello da vedere, e soprattutto di risultati.