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Bari, nessuna rivoluzione nonostante la crisi acclarata: ritorno in campo a porte chiuse

Avanti con Fabio Caserta in panchina e il tandem formato da Giuseppe Magalini e Valerio Di Cesare alla guida dell’area tecnica. Nonostante una classifica che piange, con soli sei punti in otto giornate e una sola vittoria stagionale a referto, la scelta della proprietà è quella di non operare rivoluzioni. Almeno per il momento, per una fiducia a termine che la vittoria sul Padova aveva prolungato e il ko di Reggio Emilia ha rimesso in discussione. Per tracciare il termometro dello spogliatoio resta così utile l’analisi del ds.

Se Caserta è in copertina alla voce “responsabilità”, da meno non sono i costruttori di questa squadra – con la gestione Magalini-Di Cesare 11 vittorie su 48 partite giocate da agosto del 2024 ad oggi – e i giocatori. Tanti, troppi, quelli sottotono sin qui in una squadra che sembra scontare al momento l’assenza di leader. A Reggio Emilia il Bari è passato in vantaggio per la prima volta, salvo cedere una volta in 10 per il rosso a Nikolaou.

Proprio la difesa è la nota più preoccupante tra le tante che stonano sullo spartito biancorosso: 15 gol al passivo in  otto partite di campionato, peggio solo il Pescara, ma per Magalini tornare sul mercato degli svincolati non è un’idea praticabile. Concetti che accompagnano alla ripresa dei lavori a porte chiuse con vista sulla sfida al Mantova, in programma domenica al San Nicola alle 17.15.

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