Un Bari con tanti limiti e poche certezze, di quelle che preoccupano con vista sull’esordio in campionato fissato per la serata di venerdì 18 agosto contro il, Palermo: è quello emerso dallo 0-3 del San Nicola contro il Parma. Risultato che brucia perché comporta l’addio alla Coppa Italia, alla possibilità di incrociare nel derby del turno successivo il Lecce, vittorioso sul Como e soprattutto allarga le ombre sull’organico oggi a disposizione di Michele Mignani, che non sembra affatto aver cancellato le scorie della finale playoff persa lo scorso 11 giugno contro il Cagliari. Se ai confini della reazione mentale si sommano quelli tecnici, palesati da una squadra chiamata a sostituire adeguatamente partenze eccellenti come quelle di Folorunsho, Esposito, Caprile, Antenucci e Benedetti, il quadro è completo. La versione sperimentale vista contro gli emiliani di Pecchia, con un 4-3-3 privo anche di Menez e Maiello, fermati rispettivamente da una noia muscolare e da un problema al piede, e di Cheddira, in partenza, ha prodotto una prestazione insufficiente. E un risultato che gli avversari, in campo con 10/11 della scorsa stagione e il solo Hernani alla voce “novità”, hanno saputo indirizzare sin dalle prime battute.
Sono bastati otto minuti a Benedyczak per far male: effetti di un corner passato per il sinistro di Man, con traiettoria sporcata da Scheidler e il sinistro dell’attaccante dai 16 metri a battere Frattali. È a centrocampo che il Bari ha sofferto di più, con Bellomo, Maita e Benali meno dinamici di Estevez, Sohm ed Hernani. Il gol del raddoppio emiliano è stato una sintesi delle difficoltà biancorosse: azione avviata da un rinvio di Coulibaly – e capace di coinvolgere nell’ordine Bonny, Benedyczak, Zagaritis e Sohm, con sponda per Bonny e piattone preciso alle spalle di Frattali. Nel mezzo c’era stata una reazione appena abbozzata, con Morachioli in palla a sinistra e Nasti bravo ad attaccare la profondità e meno a concludere. Tra le note stonate, Scheidler: anche in posizione più arretrata, il 25enne francese è sembrato un corpo estraneo alla manovra. Facile immaginare un suo addio di qui al primo settembre.
In avvio di secondo tempo si è visto un Bari più convinto e capace di provare due volte a far male a Corvi con Nasti e Scheidler. Mignani ha provato a incidere con gli ingressi di Faggi, Pucino e Sibilli ma è stato Bernabè a far tremare il palo alla sinistra di Frattali con un gran sinistro dai 22 metri a metà ripresa. Prequel del tris emiliano, arrivato al 75’ dopo un’azione scivolata sui binari dell’area barese con troppa facilità: cross basso di Ansaldi e colpo di tacco in buca d’angolo di Man. I sussulti finali dei biancorossi corrispondono alla traversa colpita da Sibilli su invito di D’Errico, al gol annullato a Maita (fuorigioco di Sibilli) e alla parata plastica di Corvi su Faggi. Troppo poco per pensare di far male. Il coro che ha salutato la squadra, intonato dai quasi 13mila presenti al San Nicola, è stato “noi vogliamo un grande Bari”. Nelle scorse ore sono arrivate l’ufficialità di Brenno e la definizione degli arrivi di Malcolm Edjouma e Diaw: la sensazione, considerando anche l’addio di alcuni esuberi, è che servano altri 4-5 innesti per provare a ripetere la cavalcata della scorsa stagione.