Esperienza e qualità per il centrocampo. Il Barletta che corre sul campo lo fa anche in sede di mercato: il tesseramento di Andrea Feola, centrocampista da 111 presenze tra i professionisti e 30 anni sulla carta d’identità, lo conferma. Per il giocatore nato a Carloforte, nella zona del Sulcis in Sardegna, dove suo papà ha una nota pescheria, si tratta di un ritorno in Puglia, regione dove ha già giocato due volte. La prima nella stagione 2018/19: fu una preziosissima alternativa nel Bari di Giovanni Cornacchini, squadra che tornò tra i pro a fine stagione dopo il fallimento dell’estate precedente, con 22 presenze e un gol. Dopo l’ultima esperienza alla Casertana, archiviata con 33 partite giocate e una rete, riparte da un altro biancorosso sul petto. Prima di Caserta, era stato a Casarano nell’annata 2020/21, con 3 reti in 34 partite giocate.
Bravo sia in una mediana a due che in un centrocampo a tre, Feola completerà un reparto che oggi include l’esperienza di Vicedomini, la versatilità di Lavopa, il talento di Cafagna e la gioventù di baby come Mininno e Maccioni. La casella del mediano da sommare alla rosa di Farina era stata oggetto di discussione nelle settimane precedenti e le due vittorie di fila contro Molfetta e Cavese hanno convinto la società ad alzare l’asticella delle ambizioni. Con un innesto dal curriculum pregiato: Feola ha giocato 30 partite in due anni di Serie B a Trapani e tra i pro è passato anche da Olbia (52 presenze e due reti) e Arezzo (31 partite all’attivo con un gol). Umile e generoso, lo raccontano i compagni che hanno condiviso con lui lo spogliatoio in passato. Al Barletta 2022/23 garantirà capacità di reggere pressioni e di aumentare il tasso qualitativo nella fase di non possesso e nell’impostazione del gioco, senza dimenticare qualche efficace inserimento sotto porta. Possibile esordio mercoledì 28 settembre, quando al Puttilli arriverà il Francavilla in Sinni. E Feola potrebbe toccare con mano quella torcida biancorossa che nella gara casalinga d’esordio contro il Molfetta ha rubato l’occhio.