Riccardo Lattanzio fino a fine novembre 2022. Nove presenze da titolare, quattro da subentrante, un gol pesante alla terza giornata sul campo della Cavese, ma con pochi acuti e qualche punto interrogativo da soddisfare. Riccardo Lattanzio dal 4 dicembre 2022 ad oggi: tre gol, un posto da titolare che lentamente si cuce sempre più sulle spalle e i panni di leader tecnico del Barletta che iniziano ad aderire alla pelle. Ritratto di un attaccante arrivato in biancorosso nella scorsa estate come uno dei tre innesti senior di grido – gli altri due erano Petta e Loiodice – di una campagna acquisti votata al consolidamento delle basi e all’inserimento di pochi ma mirati rinforzi con credenziali di tutto peso: 120 gol tra Serie D e Serie C, una lunga esperienza in Puglia tra Bitonto, Andria, Bisceglie, Cerignola, Nardò e Martina, passando per le tappe di Venezia e Lamezia Terme. Il centro realizzato da ex sabato sera contro i neroverdi di Valeriano Loseto, buono per aprire le danze nel 2-1 del team di Francesco Farina, ha rappresentato un mix di astuzia e senso del gol, da rapace d’area di rigore. Ruolo che Lattanzio ha dovuto indossare nei primi tre mesi della stagione 2022/23, complice il forfait di Pignataro e una coperta corta in attacco. Ha accettato di snaturarsi, lui che nasce da seconda punta, per il bene della causa, e ha anche incassato le critiche per prestazioni non brillantissime. Quelle di chi è abituato a muoversi con la porta di fronte e che invece ha dovuto adeguarsi a giocare con la rete avversaria alle sue spalle. Riccardo ha incassato e accettato, come chi ha quasi 400 partite in carriera nel curriculum sa e deve fare. La rete della vittoria in pieno recupero sul campo della Puteolana ha rappresentato la pietra miliare della sua ripartenza, seguita da un secondo tempo da protagonista nel 2-1 al Fasano, dalla rete dell’8 gennaio al Gladiator e da quella al Bitonto. Notte in cui, con la squadra in 9 contro 10 per poco meno di un tempo di gioco, l’attaccante originario di Andria ha indossato l’elmetto e fatto a sportellate con la difesa avversaria: con la grinta di un 9 e l’acume tattico di un 10. Numeri che si fondono e si trasformano in quell’11 che ha scelto di vestire nella stagione di Barletta. Sabato spegnerà le 34 candeline e il regalo di compleanno è quello che ogni giocatore sogna: far gol. Magari già il giorno dopo al Tursi, dove ha giocato 10 anni fa in C2 senza però incidere in maniera particolare. Ora ci torna da ex, pronto a caricarsi un attacco privo di Di Piazza, squalificato per cinque turni, sulle spalle, e a condividerne magari il peso con Michele Scaringella. Compagni di squadra cinque anni fa ad Andria in C, si sono ritrovati in biancorosso. E insieme sanno come si fa a lasciare il segno.
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