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Botta, il 10 che mette la firma su 10 gol: oggi è al centro del Bari

Non aveva avuto grande fortuna chi prima di lui aveva indossato quella maglia nel Bari targato De Laurentiis tra i pro. Prima Roberto Floriano, passato in sei mesi al Palermo, poi Karim Laribi, in copertina nella squadra sconfitta in finale playoff a Reggio Emilia, infine Manuel Marras, protagonista a corrente alternata nella rosa costruita da Gaetano Auteri. Ruben Botta oggi è il dieci del Bari. O, se preferite in omaggio alla sua nazione di origine, l’Argentina, il diez. Il direttore sportivo biancorosso Ciro Polito lo aveva già cercato ai tempi di Ascoli ma non era riuscito a prenderlo per via dell’esosa richiesta economica. Ha avuto pazienza, ha aspettato qualche mese e pochi giorni prima del Ferragosto lo ha portato a Bari. E la scelta ha pagato.
Botta si è inserito nel mondo biancorosso in poche settimane: prima ha assaggiato il campo in Coppa Italia contro la Fidelis Andria e in campionato a Potenza, da subentrante, poi ha infilato una continuità di rendimento e prestazioni degne di chi ha toccato la Serie A con Inter e Chievo e in carriera è passato da Superliga argentina e campionato messicano. Nei tocchi di qualità delle sue partite ha infilato 4 gol, colpendo Paganese, Messina, Vibonese e Taranto, e ben 6 assist. Uno a Catania, due contro la Turris, uno a Campobasso, uno con il Catanzaro e uno contro il Latina. Su 10 reti segnate dal Bari c’è il suo piede sinistro e in Serie C solo Vandeputte del Catanzaro, Cittadino del Gubbio e Caponi del Pontedera, a quota 7, hanno servito più passaggi vincenti ai compagni di squadra.
Botta epicentro biancorosso. Lo dicono i numeri. solo Maita e Terranova, tra i giocatori di movimento, hanno collezionato più minuti di Botta. Merito della qualità ma anche della quantità: dati alla mano, il 31enne di San Juan corre più di 7 chilometri e mezzo per gara, un dato esaltato davanti a microfoni e telecamere dal suo allenatore. Tanguero che tra un tunnel e un dribbling indossa l’elmetto e rincorre il pallone. Lo spirito che Polito e Mignani hanno chiesto al loro Bari, che inizia il 2022 guardando tutto il girone C dall’alto verso il basso.

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