Non tutte le ciambelle escono col buco? Non è una affermazione, è un interrogativo. C’è – e non può essere diversamente – ancora il punto interrogativo perché è troppo presto per emettere sentenze definitive. I dubbi sull’attuale Cerignola – sulla sua reale consistenza e su chi l’ha costruito, cominciano però a sorgere. Già da un bel po’, tra l’altro. Ancor di più dopo il secondo tempo horror di Casarano. Ofantini abulici, inconsistenti e, ad un certo punto, totalmente in balia degli avversari: molto forti, per carità, ma non irresistibili ed imbattibili. Il 3-0 del “Capozza” ha lasciato in eredità non solo i dubbi sulla qualità della rosa, ma anche e soprattutto le parole pesanti del tecnico Vincenzo Maiuri nel post partita.
Cerignola senza un’anima, dice l’allenatore. Colpa sicuramente dell’allenatore stesso. Colpa, forse, ancor di più, di chi ha scelto i calciatori. I numeri non sono impietosi ma nemmeno belli da vedere: due sconfitte di fila, una sola vittoria nelle ultime sei di campionato, due soli successi in nove partite. Avete presente il Cerignola della passata stagione? Tutta un’altra storia. Il Cerignola dello scorso campionato aveva diciotto punti dopo nove giornate. Il Cerignola senza i Capomaggio, Tascone, Salvemini, Romano, solo per citarne quattro, ha collezionato sin qui dieci punti, poco più – in media – di uno a partita. Non malissimo, ma qualcosa comunque di tendente al “molto male”. I beninformati raccontano di un Maiuri che gode della fiducia della società. Le responsabilità di un avvio di campionato inferiore alle aspettative, d’altronde, non possono essere solo dell’allenatore. Tornando all’interrogativo di partenza, la risposta è attesa al termine del prossimo pokerissimo di partite: Cavese in casa, Trapani in trasferta, Atalanta under 23 al “Monterisi”, Sorrento a Potenza e Giugliano ancora in trasferta il 16 novembre. Poco più di un mese a disposizione, dunque, per cambiare la storia degli eventi ed eliminare dubbi ed incertezze sul Cerignola versione ’25-’26.



