Dottor Jekyll e mister Hyde. Due versioni del Bari in 90 minuti più recupero. Sono quelle viste nella partita di Piacenza contro il fanalino di coda FeralpiSalò. Campo in cui la squadra di Pasquale Marino giocava praticamente in casa grazie agli oltre 1600 tifosi biancorossi sparsi tra il settore Ospiti e la tribuna. Il vantaggio di due reti dopo 49 minuti grazie alle firme di Nasti e Sibilli, unito al rigore procurato e fallito da Diaw all’undicesimo, sembrava il viatico verso la terza vittoria consecutiva. Ma ai biancorossi quest’anno piace complicarsi la vita, come le cinque rimonte incassate nei primi 13 turni di campionato dimostrano. Un film che si è riproposto contro la FeralpiSalò, incassando in 22 minuti nell’ordine l’autorete di Di Cesare, il 2-2 di Zennaro e il 3-2 di Sau, visibilmente viziato da un fallo su Dorval in avvio di azione. Il poker lombardo annullato a Butic ha dato fiducia ai biancorossi, ridisegnati intanto da Marino con cinque uomini di attacco contestualmente sul terreno di gioco. Schieramento che ha portato al definitivo pareggio di Achik. Della trasferta di Piacenza restano in eredità però antichi vizi, quelli legati alle difficoltà nella gestione del risultato, e le virtù di un gruppo che ha ripreso a far gol (sono sette in quattro partite nella gestione Marino). Alla sosta la squadra ci arriva da decima in classifica e fuori dalla zona playoff. Con due settimane di lavoro a disposizione per trovare equilibri definitivi e arrivare alla sfida al Venezia secondo con un’altra identità. Magari pensando che possa essere quella definitiva