Ultima sosta dell’anno solare e ora a piede pigiato a tavoletta sull’acceleratore fino a Santo Stefano: è la speranza che i tifosi del Bari ripongono nelle sei partite che separano dalla fine del girone di andata. Si parte sabato prossimo al San Nicola contro il Venezia, si chiude il 26 dicembre a Genova in notturna contro la Sampdoria. Nel mezzo gli incroci in trasferta con Lecco e Spezia e le sfide casalinghe con Sudtirol e Cosenza. Sei partite, 18 punti per dare una sterzata a una stagione fatta sin qui di alti e bassi e che raramente ha visto il Bari a contatto con la zona playoff, quell’obiettivo minimo fissato dalla dirigenza a inizio stagione.
Se il, periodo di pausa del campionato di metà ottobre era coinciso con l’esonero di Michele Mignani e l’arrivo di Pasquale Marino, quello in corso sembrerebbe essere propizio per dare alla squadra quell’identità “diversa” che il direttore sportivo Ciro Polito aveva chiesto alla nuova gestione tecnica quando aveva annunciato il cambio di allenatore. Nelle quattro partite con Marino in panchina si è vista una squadra che non è mai andata a secco di gol – sono stati complessivamente sette – ma che ha anche manifestato contro Modena e FeralpiSalò un vizio già palesato in avvio di stagione: la difficoltà nel mantenere una situazione di vantaggio. Il 3-5-2 ha garantito sì maggiore equilibrio, pur evidenziando una coperta corta in alcune posizioni (esterni e attacco in particolare) ma al tempo stesso resta una soluzione temporanea. Fattore di cui sono consapevoli lo stesso allenatore e il ds. Il weekend senza campionato sarà stato utile per eseguire un richiamo di preparazione atletica e al tempo stesso lavorare sulla testa. Quella che ti rende grande. E più forte delle difficoltà di una singola partita.