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Chiacchiere da Bari, la copertina della 24^ puntata: “Non ti disunire”, primo esame superato

“Non ti disunire, Bari”. Quasi mutuando la scena cult del film “E’ stata la mano di Dio” Beppe Iachini ha saputo dare in cinque giorni un’identità e caratteristiche ben definite alla sua nuova squadra: pressione alta, reparti corti, leadership e concretezza. Doti messe in campo nel 3-1 al Lecco, partita coincisa con il ritorno alla vittoria a quasi un mese dall’ultima volta, con il +8 sui playout e il -3 dai playoff. In 97 minuti di gioco il nuovo allenatore biancorosso ha saputo dare un calcio al recentissimo passato e a una delle settimane più complicate della storia della SSC Bari. Avviata con l’esonero di Pasquale Marino e la scelta del nuovo allenatore, proseguita con le dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis, che da Napoli aveva definito il club biancorosso la “seconda squadra” della Filmauro e conclusa con le parole di Luigi De Laurentiis, che prima si era dissociato dal padre sui social e poi lo ha fatto in conferenza stampa in occasione della presentazione del nuovo allenatore. La frattura con la piazza resta in piedi, come confermato dai cori di dissenso verso la proprietà che la Curva Nord ha scandito a gran voce per tutta la partita, ma sul campo c’è la sensazione di un Bari che ora combatte. Sensazione che nelle ultime partite della gestione Marino era svanita. E come per Fabietto nel film di Paolo Sorrentino, la squadra non si è disunita: ha lottato, corso, pressato e segnato, ricordando l’ultima parte dell’essenza rimasta. Quella che meno di un anno fa le aveva permesso di puntare molto in alto.

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