Salvarsi il prima possibile. Tutto il resto deve passare in secondo piano. È l’esercizio di realismo che il ko del Penzo impone al Bari. Atterrato in Laguna con l’intenzione di scrollarsi di dosso il quindicesimo posto e cercare una vittoria che sarebbe valsa la zona playoff. Il Venezia, bravo prima a mettere in discesa la partita con due gol figli di azione fotocopia e capace al 90’ di blindare la vittoria con Pohjanpalo, dopo gli errori di misura degli attaccanti biancorossi successivi al 2-1 di Puscas, ha rimesso a nudo i limiti di una squadra che anche quando riesce a giocare alla pari contro un avversario più forte e meglio piazzato in classifica perde. Era successo a Catanzaro, è capitato ancora contro la squadra di Paolo Vanoli. Come in Calabria, il Bari si è trovato a inseguire l’avversario sin dai primi battiti del match. Come in Calabria, torna a casa a mani vuote. Una costante nelle ultime quattro trasferte per una squadra che nel rendimento esterno sin qui ha fatto meglio solo del fanalino di coda Lecco. E che ora deve fare i conti con i suoi vizi e con la classifica. I playoff sono più vicini dei playout ma nessuno – dopo il solo punto in quattro partite – oggi ha la forza di guardare verso l’alto. Per garantirsi la salvezza servono almeno 10 punti nelle ultime nove partite. A partire dalla sfida casalinga di sabato con la Sampdoria.
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