La pareggite acuta non passa e resta fedele compagna di viaggio del Bari. L’1-1 contro il Modena esibisce passi in avanti quasi impercettibili rispetto all’era Mignani e non riesce a mascherare i limiti, tecnici e mentali, di una squadra raggiunta per la quarta volta di fila in casa in situazioni di vantaggio. Le modifiche apportate da Marino – passaggio al 4-3-3 e rilancio tra i titolari di Ricci e Sibilli – non sono bastate per cambiare volto a una squadra che è ancora alla ricerca di una precisa identità. Attendersi rivoluzioni in 10 giorni sarebbe stato ingeneroso nei confronti del nuovo allenatore ma a preoccupare più di tutto è la sensazione di poter vincere e controllare le partite, spesso presente nella scorsa annata, che il Bari 2023/24 non ha quasi mai offerto. Tanto da sollevare dubbi non legati alla condizione fisica da migliorare nonostante si sia quasi a novembre, alibi riemerso nel post partita di sabato, quanto alla reale capacità di questo gruppo di lottare per i playoff. La vittoria manca da due mesi e la necessità di guardarsi le spalle nonostante un ottavo posto distante due punti si fa sempre più concreta. Sullo sfondo c’è la distanza tra tifoseria e società, forbice sempre più ampia come la contestazione dei primi 15 minuti, con la parte centrale della curva nord lasciata deserta, ricorda.