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Di Cesare, futuro in campo o via alla carriera da ds? Il Bari lo aspetta

Ancora avanti in campo, nel tentativo di continuare a superare i limiti della carta di identità, o da capitano non giocatore? Questo l’interrogativo che anima la mente di Valerio Di Cesare dal 12 giugno, il day after la sconfitta nella finale di ritorno dei playoff incassata dal Bari al San Nicola contro il Cagliari. La notte più amara della stagione, quella che poteva sublimare un sogno e invece ha rappresentato un boccone amarissimo da digerire nel finale, rappresenta la sliding door che rischia di trasformare le certezze del capitano biancorosso, leader e uomo simbolo dentro e fuori dal campo, in punti interrogativi. In caso di promozione in A non ci sarebbe stato nemmeno da discutere: Di Cesare avrebbe fatto senza dubbio parte dell’organico del Bari 2023/24, unico reduce dei titolari che avevano vinto la Serie D quattro anni prima e icona di una scalata fatta di tante gioie e qualche passo falso. Con la stagione che si avvicina e una sconfitta difficile da metabolizzare, invece, più di qualche domanda è lecita: il centrale romano, 40 anni compiuti lo scorso 23 maggio, vorrà rilanciare in campo o no? Il legame contrattuale fino a giugno del 2024 lascerebbe immaginare una risposta positiva, i numeri accumulati nella scorsa annata – 37 presenze tra campionato e playoff, 3 reti, oltre il 60% di contrasti vinti – pure. Nelle sue sei stagioni a Bari il capitano ha dimostrato una resistenza oltre la media anche alla soglia del dolore, come la reazione al ko al ginocchio incassato a ottobre del 2021 a Francavilla Fontana e il recupero record hanno dimostrato. Ora è chiamato ad andare oltre un grande sogno svanito sul filo di lana, capace di lasciare in eredità notti insonni. Il tema ritiro dal calcio giocato sarà sicuramente stato oggetto di conversazione con Mirco Antenucci, amico ancor prima che compagno di squadra, in occasione del recente matrimonio di Francesco Vicari, collega di reparto di Di Cesare. Insieme i due hanno conseguito anche il patentino da direttore sportivo, che il numero 6 del Bari potrebbe iniziare a mettere a frutto sin da questa estate affiancando magari Ciro Polito nell’area mercato. Sul piatto della bilancia ci sono però le motivazioni e i numeri del 40enne romano ma ormai barese di adozione: mai in carriera Di Cesare, una vita da gitano passando per Chelsea, Avellino, Albinoleffe, Catanzaro, Mantova, Vicenza, Torino, Brescia e Parma, si era fermato così a lungo in un club. 203 delle 492 presenze in carriera sono state con il bianco e il rosso sulle spalle e la possibilità di tagliare quota 500 ingolosisce. Continuare sul rettangolo verde, cercando di trasformare le lacrime dell’11 giugno in un pianto di gioia, o muoversi al fianco della squadra all’interno di un altro percorso? La risposta la darà il capitano, probabilmente dopo le valutazioni dei prossimi giorni. Il Bari lo aspetta, dentro o fuori dal campo.

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