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Foggia, c’era una volta il cuore dello “Zaccheria”: tifosi disamorati, attendono la svolta societaria per tornare ad alimentare la passione oggi sopita

C’era una volta una piazza che trepidava per i suoi colori e per la sua squadra. Non è l’inizio di una favola ma la fine di una passione. Quella di un popolo, foggiano, che si sente smarrito e che ha smesso di popolare lo Zaccheria. Le presenze nelle prime cinque giornate di campionato hanno toccato minimi storici: poco più di un migliaio, roba da porte chiuse ai tempi del Covid. Un disamore evidente, che non è soltanto figlio del caro prezzi e della contestazione della tifoseria organizzata. Perché lo Zaccheria si è svuotato in tutti i settori e la motivazione è in una piazza stanca della mancanza di un progetto in linea con quelle che sono le sue ambizioni e la sua storia. Foggia ha smesso di crederci, è chiaro il disappunto verso l’operato della società del patron Canonico. Contestato, venerdì scorso, anche dal popolo della tribuna. Non era mai accaduto in precedenza. Quello stesso Canonico che a più riprese ha ribadito che del Foggia non ha più interesse: attende acquirenti pronti a sollevarlo dall’onere. Di questo passo a pagare dazio è ovviamente la squadra, già lacunosa e che non può nemmeno contare sull’effetto Zaccheria. Quella stessa squadra che agli ordini di Rossi prepara ora la trasferta di Potenza. Dove proverà a strappare punti per rendere meno tortuoso il cammino, zeppo di ostacoli e problemi.

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