Nel grigiore che ha caratterizzato lunga parte del girone di andata del Foggia, ad illuminare la scena è Orazio Pazienza. Il diciottenne, di recente blindato dal club con un contratto fino al 2027, ha scalato pian piano le gerarchie. E da cinque gare è diventato un pilastro inamovibile dei rossoneri, lanciato nella mischia nel breve interregno Gentile, il tecnico del settore giovanile in panca nella trasferta di Cava prima della svolta-Zauri. Da allora, Pazienza è diventato titolare inamovibile: freschezza, intelligenza tattica e tecnica non sono passati inosservati, nemmeno a club di categoria superiore. Lui però pensa unicamente a percorrere la sua strada.
La sua sembra una storia già scritta. Oltre vent’anni fa, un altro Pazienza, Michele, anch’egli centrocampista, si ritagliò prima spazio e poi spiccò il volo verso il grande calcio. Corsi e ricorsi storici e parallelismi che diventano inevitabili. Orazio Pazienza per ora si gode il sogno ma non nasconde le pressioni di chi, da foggiano, porta addosso la maglia della sua città.