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Il Bari fa i conti con i suoi limiti: playoff a -2 grazie al “braccino” degli avversari

Dovevano essere gli otto giorni del definitivo decollo, sono stati quelli del brusco atterraggio. Dal Druso di Bolzano al San Nicola passando per il Ceravolo di Catanzaro, il Bari si ritrova un solo punto in classifica dopo 270 minuti e deve fare i conti con alcuni passi indietro – nel gioco, nelle idee e nella testa – rispetto alle prime due uscite della gestione Iachini, coincise con i successi su Lecco e FeralpiSalò.

Ferocia nell’attaccare la porta avversaria: una costante assenza nella stagione del Bari, squadra che ha il quartultimo attacco del campionato con 28 reti, +1 su Ascoli e Lecco e -2 dallo Spezia. Contro i liguri di Luca D’Angelo, complice lo stato febbrile di Puscas e un fastidio al ginocchio per Menez, Iachini si è affidato a un’insolita coppia: Marco Nasti e Gregorio Morachioli, quest’ultimo al ritorno tra i titolari a cinque mesi e mezzo dall’ultima volta.

Il 3-5-2 varato da due partite ha avuto l’intenzione – ma non ancora l’efficacia, viste le tre reti al passivo contro Catanzaro e Spezia – di rendere più solido il Bari ma non sta dando gli effetti sperati nell’occupare l’area di rigore. Se al Ceravolo erano state create diverse premesse per far gol, dell’ultimo turno di campionato non si può dire lo stesso. Alle porte c’è il rush finale del campionato, con 10 partite e un coefficiente di difficoltà medio piuttosto elevato. Il Bari ci arriva a -2 dai playoff e +5 sui playout. La ricetta di Iachini a un mese dall’arrivo in Puglia è chiara.

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