E’ un momentaccio per il Manfredonia sconfitta casalinga nello scontro direttissimo con il Francavilla in Sinni, classifica che continua a lanciare sonori campanelli d’allarme, feeling tra società e sostenitori che non è più quello d’inizio stagione. E, ancor peggio, le intemperanze che hanno caratterizzato domenica scorsa la partita al “Miramare”. Getti d’acqua, sputi e soprattutto il petardo che ha stordito uno dei due assistenti qualche istante prima del triplice fischio hanno prodotto una stangata da parte del giudice sportivo: squalifica del campo per una partita con obbligo di giocarla a porte chiuse, più 5000 euro di ammenda. Puntuale, poi, è arrivata la presa di posizione del patron Gianni Rotice, che ha parlato nel comunicato ufficiale di sconfitta da parte di tutta la città, dal punto di vista morale e sportivo, e che ha messo in vendita il club aprendo ad eventuali dialoghi solo con acquirenti seri e qualificati. Lo stesso Rotice ha garantito la volontà di rispettare tutti gli impegni assunti sino al termine di questa stagione. C’è un grosso punto interrogativo, dunque, sul futuro del Manfredonia. Ma anche il presente, parlando di numeri e aspetti legati al “rettangolo” di gioco, è tutt’altro che roseo: una sola vittoria nelle ultime nove partite, quartultimo posto in classifica, a distanza siderale dalla salvezza diretta, uno solo punto e un solo gol realizzato negli ultimi due scontri diretti interni contro Ugento e Francavilla in Sinni. Lo 0-0 di undici giorni fa a Nocera Inferiore sembrava un punto di ripartenza. E invece…
Il Manfredonia è atteso ora da due impegni esterni consecutivi: domenica prossima a Nardò, poi ad Andria contro la Fidelis, prima dello scontro diretto con il Costa d’Amalfi in campo neutro del 9 marzo. Forse un bene giocare in trasferta, alla luce delle attuali condizioni ambientali. Una cosa è certa: i margini di errore, quando mancano dieci giornate al termine, sono ridotti al lumicino per il collettivo di Franco Cinque.