Chi dal trittico Sudtirol-Catanzaro-Spezia si attendeva la prova di maturità per il Bari di Beppe Iachini è rimasto deluso. Dall’atteggiamento di una squadra ancora troppo timorosa e condizionata da troppi errori tecnici. Dall’improduttività offensiva, con un solo gol – agevolato dalla deviazione dello spezzino Hristov – e un solo punto a referto in tre partite. Dai limiti di un gruppo che oggi galleggia a -2 dalla zona playoff più per i demeriti di chi lo precede in classifica che per meriti propri. L’1-1 del San Nicola contro la squadra di Luca D’Angelo ha confermato un trend già emerso a più riprese durante la stagione: la pareggite. Già 13 i segni X di Di Cesare e compagni, meno soltanto della Reggiana che guida la speciale classifica a quota 15. Soprattutto, la sfida allo Spezia ha alimentato i legittimi dubbi sulla carenza di personalità all’interno della rosa. Al di là del solito Sibilli, arrivato a quota 10 reti in campionato, e del capitano in tanti ancora faticano a prendersi sulle spalle la squadra. Questione di pedigree ma anche di carenze, che nemmeno il passaggio al 3-5-2 sembra essere in grado di supplire. Alle porte ci sono le ultime 10 giornate di campionato: Iachini continua a puntare in alto ma il calendario – il Bari sfiderà nove squadre che lo precedono o lo appaiano in classifica – consiglia di guardarsi alle spalle. A partire dalla complicata trasferta di domenica prossima a Venezia.
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