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Rigori last minute? Ci pensa Antenucci, l’Ice-man del Bari: 90′ e il Cagliari tra i biancorossi e la promozione


Ha conseguito da qualche giorno la laurea in psicologia dello sport. E l’ha messa immediatamente a frutto Mirco Antenucci, l’uomo dei calci di rigore all’ultima curva. Ne aveva segnato uno al San Nicola al 95′ a febbraio per l’1-1 contro il Cagliari, era stato decisivo dal dischetto nel 2-1 di Pisa ad aprile e si è ripetuto nel momento clou della stagione: minuto 94 di Cagliari-Bari, squadra di Ranieri avanti di un gol e porta di Radunovic che sembra stregata. Altare atterra Folorunsho, il Var richiama Mariani che indica il dischetto dopo l’on-field review. In quei lunghi secondi di revisione dell’azione succede qualcosa di insolito: Mignani si gira di scatto dalla panchina e cerca Antenucci, seduto in panchina. Incrocia il suo sguardo e gli dice: “Se c’è rigore, entri e lo batti tu”. Il lupo di Roccavivara lo guarda e risponde affermativamente. Entra in una partita fondamentale, in casa di una corazzaa, in una partita in cui il pallone non vuole entrare e il Bari ha già falito un calcio di rigore. Percorre 50 metri, arriva in area. Prende il pallone in mano. Guarda Radunovic e lo spiazza. Emozioni che il diretto interessato sintetizza così.

Quella presa nella trasferta di Cagliari da Antenucci, arrivato a 10 gol in stagione, è la responsabilità di un capitano che lo è anche se non indossa la fascia. La sua esultanza è quella di chi con una sola sillaba è riuscito a cambiare il senso di una partita. E forse di una stagione. E che sa che dai prossimi 90 minuti, quelli in programma domenica sera al San Nicola con due risultati su tre a disposizione per il Bari, passano sogni. Grandi, personali e collettivi.

E da psicologi dello sport hanno agito anche i tifosi del Bari. Che hanno messo da parte la stanchezza e l’indomani lavorativo e hanno atteso i calciatori biancorossi in aeroporto alle 2 di notte per condividere con loro la gioia al rientro da Cagliari con un pareggio pesante in ottica promozione e che sta addirittura stretto per quanto creato. L’immagine che più di tutti sintetizza la fame di A del capoluogo pugliese è quella di un gruppo di tifosi che si raccoglie intorno a Walid Cheddira, trascinatore nella prima parte di stagione e protagonista alla Unipol Domus Arena di una serata storta, e balla e canta con lui. Perché Bari non dimentica, anzi ricorda perfettamente le sofferenze degli ultimi 12 anni. E spera di metterle da parte domenica sera, nella notte più lunga nella storia recente del calcio in città.

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