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Schelotto e il Barletta separati in casa? Per Bitetto no, ora tocca al Galgo recuperare posizioni

Ezequiel Schelotto e il Barletta rischiano di diventare separati in casa? Il dubbio diventa lecito guardando al recente passato. Negli ultimi due mesi il Galgo, arrivato in estate nella città della Disfida in pompa magna, ha trascorso più tempo in tribuna che sul campo, con soli 53 minuti giocati prima di Natale nel ko casalingo contro l’Angri, e nel ko di domenica scorsa al Puttilli per mano della Paganese è rimasto per 90 minuti a guardare, nonostante un Barletta in emergenza e chiamato a cercare la rimonta. Per Dino Bitetto, allenatore biancorosso, non c’è nessun caso.

Di certo il messaggio recapitato da Bitetto a Schelotto dopo la partita persa contro la formazione di Agovino ha una linea di continuità con le parole dello stesso allenatore del Barletta in sede di presentazione e alla vigilia della sfida alla Paganese: nessun giocatore della rosa vale più degli altri e va in campo solo chi si sente parte del progetto. Dichiarazioni arrivate in occasione di precise domande sull’ex giocatore di Atalanta, Inter e Sporting Lisbona e non solo. “Il capitano è il gruppo” è un altro dei leit-motif su cui sta premendo Bitetto. Parole che stridono con una storia Instagram postata all’alba della settimana dal Barletta e ricondivisa sui social dallo stesso Schelotto: il numero 7 compare in primo piano, seduto in panchina, con un messaggio per la piazza. “Sempre pronto per ogni battaglia, da parte mia come capitano (parola scritta a caratteri cubitali) non lascerò mai la barca”. Una dialettica che fa il paio con delle storie Instagram in cui il Galgo aveva messo insieme tracce della sua carriera, passata per quasi 200 partite tra Serie A, Premier League e massima serie portoghese. Quasi un promemoria, con destinatari da individuare. A fronte di un passato glorioso, c’è un presente che vede Schelotto a quota tre reti (due su rigore) in 11 presenze e con un rendimento altalenante, non certo quello che la piazza si attendeva. Dall’entourage del giocatore arrivano rassicurazioni sulla sua permanenza a Barletta. Ora tocca a Schelotto: si accontenterà di essere considerato uno come gli altri e inizierà a trascinare il gruppo come si richiede a un capitano? O continuerà a rappresentare il manifesto di un progetto mai decollato?

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