Dopo il titolo italiano conquistato a Riccione nuotando nei 100 metri farfalla col crono fermo a 57”85, valso il pass per le Olimpiadi di Tokyo 2020+1, il suo sfogo non era passato inosservato. Elena Di Liddo, campionessa biscegliese di nuoto tesserata per il Circolo Canottieri Aniene, arruolata nelle fila dei carabinieri, si era concentrata sulle difficoltà che ha deciso di sfidare restando in Puglia. La piscina dove si allena di solito a Bisceglie è stata chiusa per lungo periodo e insieme al suo papà e preparatore Mauro Elena è stata costretta a cambiare preparazione, dividendosi tra le vasche di Bari e la preparazione atletica sulla pista dello stadio Ventura, nella sua città. Ospite di Caffellatte su Telesveva, ha raccontato il suo legame con la terra di origine. Fondamentale, spiega, è…
Classe 1993, medaglia di bronzo europea dei 100 metri farfalla e nella 4×100 mista, quarto posto mondiale, la Di Liddo ha in tasca anche due lauree- scienze motorie e farmacologia, quest’ultima ottenuta in pieno lockdown nella primavera 2020 con una tesi dedicata alla pratica illecita del doping nel nuoto – e guarda anche a quello che sarà il futuro dopo la carriera agonistica.
Considerazioni di chi nel 2021 affronterà esami molto severi in vasca: prima gli Europei di Budapest, poi il Trofeo Sette Colli a Roma, infine i Giochi Olimpici con due conterranee come Benedetta Pilato e Chiara Tarantino. La testa è proprio alla parola d’ordine per lo sport dopo un anno abbondante di pandemia: la ripartenza