Avrà inizio il prossimo 4 novembre, davanti alla Corte d’Assise di Bari, il processo per omicidio volontario aggravato a carico di Antonio Rizzi, l’uomo accusato di aver ucciso il 63enne barese Franco Dogna, trovato senza vita, il 7 gennaio scorso, all’interno della sua abitazione, nel quartiere Santo Spirito.
La vittima, in base a quanto emerso dopo la scoperta del cadavere, venne raggiunta da 85 fendenti, sferrati con tutta probabilità con un coltello ed un forchettone da cucina.
Il presunto assassino, di 42 anni, venne fermato dai carabinieri a Bitritto, pochi giorni dopo il grave fatto di sangue e confessò il delitto. All’uomo viene contestata anche l’aggravante della crudeltà.
Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, coordinate dal pubblico ministero della Procura di Bari, Carla Spagnuolo, l’assassino avrebbe agito al culmine di un violento litigio.
La sera del 6 gennaio, Rizzi si sarebbe recato a casa di Dogna, che conosceva da diverso tempo. Nell’appartamento sarebbe scoppiata una furiosa lite tra i due, sfociata poi nell’aggressione.
Dopo l’arresto, il 42enne aveva riferito agli inquirenti di alcuni contrasti con la vittima, relativamente al consumo di sostanze stupefacenti. Tuttavia, dai risultati dell’autopsia, emerse che Dogna non avesse assunto nessun tipo di droga. Al contrario, sempre in base a quanto emerso dalle indagini, la vittima aveva cercato di aiutare Rizzi ad uscire dalla tossicodipendenza.
Dopo aver sferrato i colpi mortali, l’uomo salì a bordo della sua auto, parcheggiata in una traversa poco distante, e fece ritorno a casa. I carabinieri lo arrestarono la sera del 13 gennaio, poco prima che potesse far perdere le proprie tracce. Secondo gli investigatori infatti, il presunto killer sarebbe stato in procinto di lasciare Bari, per poi raggiungere il nord Italia e fuggire all’estero.



