Si è concluso con sei condanne ed un’assoluzione il processo, celebrato con rito abbreviato, per il duplice tentato omicidio avvenuto nel quartiere Madonnella di Bari, il 18 settembre 2018. Un episodio che diede il via ad una delle più sanguinose guerre di mafia tra i clan del capoluogo.
Il GUP del Tribunale di Bari, Giuseppe Battista, ha inflitto otto anni di reclusione a ciascun imputato, ritenuto componente del commando che fece fuoco contro Bruno Di Lauro ed Andrea Fachechi, rimasto gravemente ferito nell’agguato.
Si tratta di Cristian Di Cosimo, Roberto Mezzina Troiani, Nicolas Primavera, Francesco Alessandro Rafaschieri, Tommaso Ruggiero e Marco Tempesta, riconosciuti colpevoli del reato di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso. Assolto invece, “per non aver commesso il fatto”, Ivan Lovergine. Il pubblico ministero Marco D’Agostino aveva chiesto per tutti gli imputati una condanna a 14 anni di carcere.
In base a quanto venne ricostruito nel corso delle indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, la sera dell’agguato un gruppo armato, a bordo di tre motociclette e di un’Alfa Romeo, esplose diversi colpi di pistola all’indirizzo di Fachechi e Di Lauro, che viaggiavano in sella ad uno scooter, all’altezza di via Cattaro.
Fachechi, raggiunto da diversi proiettili, venne ricoverato in ospedale in prognosi riservata: si salvò solo grazie ad un delicato intervento chirurgico.
Secondo gli inquirenti, l’azione criminale venne pianificata dal gruppo “scissionista” dei Rafaschieri, con l’aiuto del clan Strisciuglio. L’obiettivo era quello di conquistare il controllo delle piazze di spaccio del quartiere Madonnella, fino a quel momento gestite dal clan Palermiti.
L’episodio segnò l’inizio di una nuova fase di violenza tra i gruppi della criminalità organizzata barese. La risposta all’agguato infatti non si fece attendere: solo sei giorni dopo, il 24 settembre, Michele Walter Rafaschieri venne ucciso a colpi di pistola a Carbonara, mentre suo fratello Alessandro rimase ferito.



