C’è anche Alessandro Cataldo, marito dell’Assessore regionale ai Trasporti Anna Maurodinoia, tra i 13 indagati dalla Procura di Bari su presunti voti pagati a 50 euro l’uno per la rielezione del Sindaco uscente di Triggiano Antonio Donatelli, riconfermato ad ottobre 2020 come primo cittadino del comune barese. Questa mattina i carabinieri hanno effettuato decine di perquisizioni nel comune in provincia di Bari tra cui proprio la casa di Alessandro Cataldo, quella del Sindaco Donatelli, e dei consiglieri comunali Angela Napoletano e Antonio Fortunato. Secondo gli inquirenti il marito dell’Assessore regionale Maurodinoia sarebbe il “deus ex machina del collaudato sistema per comprare voti, realizzato in occasione delle ultime elezioni” del comune di Triggiano. Maurodinoia, invece, non risulta indagata.
Le indagini sono iniziate quando i pubblici ministeri sono venuti a conoscenza del meccanismo che sarebbe stato architettato e realizzato nelle ultime campagne elettorali dal “creatore” del movimento politico “Sud al Centro”, che canalizzava i voti a sostegno dei propri candidati in cambio di un pagamento. Lo stesso partito era stato già al centro di una indagine, chiusa a febbraio 2021, che aveva coinvolto 50 persone per corruzione elettorale dopo le elezioni amministrative del 2019, quando venne eletto al Municipio I di Bari Carlo De Giosa della lista “Sud al Centro”, persona ritenuta vicina all’Assessore regionale Anna Maurodinoia, non indagata anche in questo caso. Secondo la Procura, Cataldo potrebbe aver inquinato il voto in occasione delle elezioni de 3 e 4 ottobre 2020.
Fondamentale per le indagini il ritrovamento di un cassonetto per l’immondizia del quartiere San Giorgio di Bari avvenuto il 6 ottobre scorso, al cui interno erano presenti frammenti di fotocopie di documenti di identità e codici fiscali di cittadini di Triggiano, elenchi scritti a mano con nomi e recapiti, e la documentazione personale di Alessandro Cataldo e Anna Maurodinoia, oltre ad un consistente numero di cartelloni, fac-simile di schede e volantini elettorali delle amministrative di Triggiano e relativo ai candidati delle liste “Triggiano al centro” e “Con Donatelli sindaco”. Secondo gli inquirenti i collaboratori di Cataldo avrebbero tentato di disfarsi di quel materiale ritenuto “scomodo”.