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Cronaca

Casi di lupara bianca a Canosa: restano in carcere gli otto presunti responsabili. Contestata l’aggravante mafiosa

Restano in carcere Daniele e Pasquale Boccuto di 41 e 30 anni, Cosimo Damiano Campanella di 80 anni e il nipote omonimo di 39 anni, Sabino Carbone di 40 anni, Marco Di Gennaro di 30 anni, Claudio Pellegrino di 33 anni e Cosimo Zagaria di 37 anni le otto persone arrestate dalla polizia di stato lo scorso 17 novembre perché considerate autori e mandanti dei quattro casi di lupara bianca avvenuti a Canosa di Puglia (Barletta – Andria – Trani) tra il 2003 e il 2015.

Lo ha deciso il tribunale del riesame di Trani. Tutti sono accusati – a vario titolo – di omicidio premeditato, in concorso, aggravato, violazione della legge sulle armi e delle misure di prevenzione, distruzione di cadavere, violenza e minaccia a pubblico ufficiale in concorso, estorsione aggravata. È contestata l’aggravante mafiosa. Le vittime sarebbero uccise, i loro copri bruciati e i resti dispersi. Si tratta di Sabino D’Ambra (14 gennaio 2010), Giuseppe Vassalli (18 agosto 2015), Sabino Sasso e Alessandro Sorrenti (1 dicembre 2003).

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