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Cronaca

Maxi blitz “Levante”, 75 misure cautelari e oltre 23 milioni sequestrati per frodi fiscali e riciclaggio

“Follow the money” era il metodo Falcone. Ed è proprio seguendo il denaro che si sviluppa l’operazione Levante. Il personale della Direzione Investigativa Antimafia e della Guardia di Finanza ha sequestrato preventivamente beni per un valore complessivo di oltre 23 milioni di euro e ha dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 75 persone, di cui 15 in carcere, 44 agli arresti domiciliari, 14 destinatari dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e 2 destinatari di misure interdittive.

Gravi indizi di colpevolezza a carico di imprenditori, professionisti e pubblico ufficiali per le ipotesi di reato di associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata a frodi fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio dei relativi proventi, nonché al trasferimento fraudolento di valori, al contrabbando di prodotti energetici, alle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacenti e alla detenzione illegale di armi.

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal GIP presso il Tribunale di Bari, le ipotesi di reato contestate riguardano, innanzitutto, le presunte condotte illecite di soggetti legati a un’associazione criminale attiva nel capoluogo pugliese e in Lombardia. Dalle indagini, infatti, è emerso che, attraverso un sistema di aziende consorziate, l’organizzazione criminale avrebbe sviluppato un volume di affari pari a circa 170 milioni di euro attraverso frodi fiscali, nei settori delle carni e oli lubrificanti, proventi poi riciclati. Proprio nella fase di riciclaggio sarebbe emerso il coinvolgimento della criminalità organizzata barese, in grado di reclutare numerosissimi fiduciari a cui intestare carte di credito.

La complessa operazione è in corso di esecuzione in Puglia, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Toscana e Veneto da parte di oltre 500 unità della DIA e della Guardia di Finanza. È emerso in questo scenario anche un caso di corruzione che coinvolge un colonnello della GDF in servizio a Roma, che avrebbe fatto eseguire accessi al sistema informatico.

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