Il Gup del Tribunale di Bergamo, Vito Di Vita, ha disposto il non luogo a procedere “perché il fatto non sussiste” nei confronti dell’ex giudice del Consiglio di Stato Francesco Bellomo, accusato dei reati di stalking e violenza privata ai danni di tre delle quattro ex allieve della scuola per aspiranti magistrati “Diritto e Scienza”, con sede a Bari. L’accusa nei confronti dell’imputato era di avere imposto un “dress code” alle studentesse, una sorta di codice di abbigliamento che imponeva loro come vestirsi.
Per un quarto episodio, il giudice di Bergamo ha invece disposto il trasferimento degli atti a Massa Carrara, derubricando l’accusa in tentata violenza privata.
L’inchiesta partì a seguito di alcuni articoli pubblicati sui quotidiani. Avviato inizialmente dai pm di Bari, il procedimento era poi passato a Bergamo, nel febbraio scorso, per competenza territoriale, essendo questo il luogo di residenza della prima delle presunte vittime di Bellomo.
Prosciolto dalle stesse accuse e con la stessa formula anche l’ex pm Davide Nalin.