È stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile il presunto responsabile della violenta aggressione ai danni di un professore, avvenuta il 23 settembre scorso all’istituto tecnico “Ettore Majorana” di Bari. Si tratta di un 34enne, con precedenti penali, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, firmata dal gip del Tribunale del capoluogo. Il giudice gli contesta i reati di lesioni personali aggravate, violazione di domicilio, violenza a pubblico ufficiale ed interruzione di pubblico servizio.
L’uomo è stato identificato anche grazie all’aiuto dei filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza presenti all’interno della scuola, acquisite dagli agenti nel corso dell’attività investigativa.
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, e sulla base della testimonianza fornita della vittima, l’aggressione era scattata a seguito di una nota disciplinare che il professore aveva messo ad una sua alunna, colpevole di essere arrivata in ritardo in classe e per di più, di disturbare la lezione con il suo comportamento.
Terminata l’ora di attività didattica, il docente si era spostato in un’altra aula, dove era stato raggiunto da un parente della studentessa: l’uomo, dopo essere entrato con prepotenza a scuola, in compagnia di un complice (in corso di identificazione), si era avvicinato al professore, incurante della presenza degli alunni, chiedendogli di uscire dalla classe. Una volta in corridoio, l’aggressore avrebbe colpito ripetutamente il docente con schiaffi sul viso, intimandogli, in dialetto barese, di non permettersi più di fare una cosa del genere. Solo quando qualcuno tra i presenti ha detto di voler chiamare la Polizia, l’uomo si è allontanato con il suo accompagnatore, facendo perdere le proprie tracce, mentre la vittima è dovuta ricorrere alle cure mediche per le lesioni al volto.
A seguito del pestaggio, il professore (con 17 anni di insegnamento alle spalle, di cui 16 nel nord Italia), aveva annunciato di non voler più mettere piede nell’istituto, dove molti ragazzi assumevano atteggiamenti delinquenziali di tipo mafioso. Una dichiarazione alla quale era seguita la reazione della preside, che aveva difeso i suoi studenti, respingendo in parte la ricostruzione del docente, colpevole, a suo dire, di aver avuto atteggiamenti “non consoni” al suo ruolo di insegnante.