Il volume del televisore era troppo alto, per questo motivo si sarebbe scagliato contro il padre uccidendolo con due coltellate. E’ l’agghiacciante ricostruzione sull’omicidio del 98enne Ennio Pompeo Favilla avvenuto nella notte tra giovedì 27 e venerdì 28 ottobre scorsi a San Severo, in una abitazione di corso Di Vittorio, in pieno centro. In carcere è finito il figlio dell’anziano, Domenico Paolo, 57enne, affetto da problemi psichiatrici. Quella notte, attorno alle 3, quando i carabinieri hanno fatto irruzione nell’appartamento, l’uomo impugnava ancora l’arma del delitto: un coltello da cucina con la lama sporca del sangue di suo padre. A chiamare i militari sono stati alcuni vicini che hanno udito delle urla provenire dall’abitazione del 98enne. Il figlio della vittima è accusato di omicidio aggravato dai futili motivi. Dopo l’arresto il gip del Tribunale di Foggia ha disposto la sua permanenza in carcere. Il killer ha confermato agli inquirenti, in pochi momenti di lucidità, di aver litigato con il padre. Il motivo della discussione, culminata nella tragedia, il volume del televisore troppo alto. Tanto sarebbe bastato per far scattare l’ira del 57enne, che accusa problemi psichiatrici già dal 1995, per sferrare le due coltellate mortali: una all’addome e l’altra alla gola. L’arma del delitto si trovava già in casa. La difesa aveva chiesto la detenzione domiciliare da scontare in una casa di cura psichiatrica. Richiesta non accolta, ma nelle prossime ore sarà effettuata una consulenza per stabilire se il regime carcerario sia compatibile con le sue condizioni di salute. Sempre secondo la ricostruzione, quella notte il 57enne aveva deciso di restare a dormire dal padre, visto che abitava nella stessa palazzina ma in un altro appartamento. Già nel 2003 si era registrato un episodio analogo: l’uomo aveva ferito uno dei due genitori ma in maniera lieve. Infine, il tragico epilogo la scorsa settimana: una lite mortale scaturita dal volume troppo alto del televisore.