L’ex sindaco di Foggia, Franco Landella, è stato rinviato a giudizio, dal gup del Tribunale del capoluogo dauno, Maria Luisa Bengivenga, nell’ambito di un’inchiesta su dei presunti episodi di corruzione, concussione e peculato, condotta dalla Procura foggiana. Assieme a lui, andranno a processo la moglie, Daniela Di Donna, l’ex presidente del consiglio comunale, Leonardo Iaccarino, e altre 9 persone, tra le quali alcuni ex amministratori comunali.
Nella stessa udienza hanno patteggiato la pena di 1 anno di reclusione Davide Saurino e Marianna Tucci, mentre sono stati prosciolti gli ex consiglieri comunali di maggioranza Pasquale Rignanese, Lucio Ventura e Consalvo Di Pasqua.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di tentata concussione, corruzione, peculato, tentata induzione indebita e istigazione alla corruzione.
Secondo l’ipotesi accusatoria, Landella, abusando del suo ruolo di sindaco, avrebbe intascato una tangente di circa 32mila euro da un imprenditore edile, Paolo Tonti (anche lui rinviato a giudizio), per il rinnovo di una proroga di concessione urbanistica. Sempre secondo l’accusa, l’ex primo cittadino avrebbe poi distribuito la mazzetta, con la collaborazione della moglie (che all’epoca lavorava nel suo ufficio di gabinetto), ai consiglieri di maggioranza Capotosto e Iacovangelo e ad altri quattro consiglieri. Questo per ottenere il loro voto favorevole alla delibera in consiglio comunale.
Landella è inoltre ritenuto responsabile di tentata concussione nei confronti di un altro imprenditore. In questo caso, l’accusa ha per oggetto una richiesta di 500mila euro, poi scesa a 300mila, per i lavori di riqualificazione e adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione per il Comune di Foggia.
Buona parte dell’inchiesta si basa sulle dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio comunale, Leonardo Iaccarino, e passato agli onori delle cronache per aver sparato con una pistola giocattolo dal balcone di casa la sera di fine anno del 2020.
Il processo avrà inizio il prossimo 15 marzo.