È stato sottoposto a fermo, con l’accusa di duplice omicidio e porto illegale d’arma da sparo, il presunto killer di Antonio Calò e Caterina Martucci, marito e moglie, uccisi a fucilate, il primo marzo scorso, in un casolare a Serranova, frazione di Carovigno, nel Brindisino.
Si tratta di Cosimo Calò, 83 anni, fratello della vittima. Ieri pomeriggio era stato convocato in caserma dai Carabinieri, con il figlio Vincenzo, per essere ascoltato in merito al grave fatto di sangue, dopo che, due giorni fa, in un capanno vicino alla sua abitazione, era stato rinvenuto un fucile da caccia. A quanto si apprende, l’uomo ha confessato il delitto.
Alla base del duplice omicidio, ci sarebbero alcuni dissidi familiari legati a questioni di eredità. Il giorno stesso in cui è stato ucciso, Antonio Calò aveva infatti appuntamento con un avvocato, per discutere di un appartamento lasciatogli dal fratello Angelo, morto due anni fa. All’incontro avrebbe dovuto prendere parte anche un altro fratello, Carmelo, quello che ha poi scoperto i corpi delle vittime nel casolare.
Secondo quanto accertato, i due coniugi, di 69 e 63 anni, sono stati assassinati con un fucile da caccia. Il cadavere dell’uomo è stato trovato nell’ingresso dell’abitazione, mentre la donna era riversa a terra, in camera da letto.
Al termine dell’interrogatorio, il presunto killer è stato condotto in carcere dai militari dell’Arma, mentre la posizione del figlio è ancora al vaglio degli inquirenti.