Una lastra del peso stimato di 400 chili si è staccata alle prime luci dell’alba di oggi dall’ingresso monumentale dello stadio degli ulivi di Andria. Un grave danno per il bene datato 1939 e tutelato dalla Sovrintendenza per i Beni Culturali. Nessun danno alle persone ma i pezzi di asfalto saltati all’impatto del blocco di pietra bianca restituiscono il pericolo corso dalle numerose persone che sono transitate negli ultimi tempi da quelle parti: a cominciare dai tanti che frequentano il mercato settimanale del lunedì che in quel punto concentra venditori e acquirenti. I Vigili del Fuoco hanno momentaneamente circoscritto la zona di sicurezza al solo ingresso ma hanno chiesto di coinvolgere i primi due piloni a destra e sinistra dell’ingresso precludendo di fatto l’accesso alle due associazioni sportive che lì hanno sede e che da pochi giorni avevano potuto riprendere l’attività. È superfluo ricordare che domenica ci ha giocato la Fidelis in quello stadio e che quell’ingresso è stato utilizzato anche dai nostri tecnici per effettuare le riprese della gara con il Portici. Domenica per festeggiare con una diretta social il primo andriese qualificato alle olimpiadi, il marciatore Francesco Fortunato, anche il primo cittadino Giovanna Bruno è stata allo stadio accompagnata dall’assessore alla bellezza Di Bari. E a proposito di bellezza, le condizioni in cui viene presentato lo stadio degli ulivi, a parte quest’ultimo episodio, sono davvero penose: il lato gradinata, sotto il quale sono allocati gli spogliatoi, è inagibile da anni. Il manto erboso è talmente maltrattato che il pericolo infortuni per chi ci si allena o disputa gare è altissimo. E poi erbacce che crescono ovunque, muschi che si fanno spazio sugli elementi storici più rilevanti delle parti momumentali dell’impianto sportivo: è stato notato solo questa mattina in una ispezione dei Vigili del Fuoco conseguente il cedimento della pesante lastra, anche il distacco di una mano e di parte della testa di due statue poste in cima all’ingresso monumentale: così è stato presetato l’unico bene culturale della città visitato da forestieri, società e squadre avversarie della Fidelis, negli ultimi mesi di pandemia.