Nel 2013 il sequestro su disposizione della magistratura tranese. Nel 2015 l’avvio di importanti e lunghi lavori di sistemazione e potenziamento. Nel 2021, oggi per la precisione, il dissequestro e probabilmente nelle prossime settimane il ritorno in esercizio a pieno regime. Sembra ormai ad una svolta la storia infinita del depuratore di Andria in contrada “Gorgoruotolo” gestito da Acquedotto Pugliese. Dopo il sequestro arrivato nel 2013 a causa delle analisi di campioni di acque reflue che permisero di riscontrare la presenza del batterio Escherichia Coli e per cui furono indagati in 14, nel 2015 è partito l’intervento di sistemazione e potenziamento dell’impianto.
Un progetto da quasi 4 milioni di euro pianificato dalla Regione Puglia e finanziato da fondi CIPE, che ha subito diversi stop sino alla conclusione definitiva delle opere arrivata praticamente a fine 2020. Così due mesi fa la richiesta da parte di AQP di dissequestro dell’impianto. Decisione arrivata oggi da parte della magistratura tranese e che permetterà rapidamente, probabilmente entro il mese di giugno, di concludere le prove di funzionamento e la nuova entrata in esercizio. Da AQP spiegano che è anche in fase di progettazione un intervento per la copertura e il trattamento delle emissioni odorigene. Tutto ok dunque per quel che riguarda il potenziamento si lavorerà ancora per il riutilizzo delle acque reflue altro importante tassello di una struttura più moderna e tarata verso lo sviluppo della popolazione della città.