Cronaca

I tesori archeologici di Canosa presi d’assalto da tombaroli e trafficanti d’arte: 16 arresti, recuperati reperti per decine di milioni di euro

L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione, furto ed esportazione illecita di reperti archeologici e numismatici: 51 gli indagati, 21 le misure cautelari applicate, 50 le perquisizioni eseguite dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale nel centro e sud Italia. I militari hanno scoperto scavi clandestini ad opera di squadre di tombaroli che si appropriavano di reperti antichi e di grande valore da esportare illecitamente all’estero per l’immissione nel mercato illegale delle opere d’arte. Centro nevralgico delle operazioni era Canosa di Puglia, insieme a Minervino Murge e Spinazzola, ma ritrovamenti di monete di argento e in bronzo risalenti al periodo romano repubblicano ed imperiale sono stati effettuati anche ad Ordona e Troia, nel foggiano. La struttura dell’organizzazione era di tipo piramidale: alla base agivano trafugatori e ricettatori di zona, al secondo livello ricettatori specializzati, al vertice i trafficanti internazionali con il compito di piazzare i reperti all’estero. “Un giro d’affari multimilionario” dicono dalla Procura di Trani che ha coordinato le indagini. 3600 i reperti ritrovati sino a ieri: solo nei territori di Canosa e Minervino erano stati trafugati 398 oggetti tra bracciali, anelli, fibule e medaglie, 748 monete in bronzo e argento, decine di ceramiche, tutti riferibili ai primi secoli a.C.

INTERVISTA A GEN. VINCENZO MOLINESE (COMANDANTE CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE)

4 persone sono finite in carcere, 12 ai domiciliari, 5 raggiunte dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono pugliesi, campani, laziali e lucani. Tra gli arrestati anche due uomini di Canosa e due di Spinazzola, una persona di Ordona ed una di San Severo. Le operazioni dei militari sono ancora in corso: centinaia i ritrovamenti di reperti trafugati che si stanno effettuando anche nella giornata di oggi. “Un danno enorme – dicono dalla Procura di Trani – per l’immenso patrimonio archeologico di Canosa che andrebbe maggiormente tutelato per sottrarlo all’interesse dei trafficanti di arte”

INTERVISTA A RENATO NITTI (PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI TRANI)

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