Ai carabinieri ha messo di aver compiuto un gesto sconsiderato ed era pronto anche a togliersi la vita. Così l’uomo di 35 anni che giovedì mattina a Monopoli ha accoltellato la donna con cui aveva avuto una relazione e un figlio, riducendola in fin di vita con una ventina di fendenti sotto casa della vittima. Il 35enne, agricoltore con diversi precedenti penali, da venerdì è sottoposto a fermo per tentato omicidio e si trova in carcere. Intanto emergono tre lettere scritte dall’uomo, il cui contenuto è stato definito dagli investigatori delirante. «Mi ha rovinato la vita», ha scritto in un biglietto lasciato alla sua ex suocera. Perché era convinto che la ex, sua coetanea e impiegata in una azienda agricola, lo tradisse. Più volte avevano litigato, più volte era finita male tanto che lei lo aveva denunciato per maltrattamenti e atti persecutori. Aveva paura di lui, tanto da portare con un sé un mattarello in legno. Lo stesso che sua madre ha usato nell’estremo tentativo di difenderla colpendo alla testa l’uomo che continuava a infierire sul corpo martoriato della figlia. Il 35enne si è poi allontanato in auto. Ha chiamato il suo datore di lavoro e gli ha detto testualmente: «Ho accoltellato la mia compagna. Le ho dato tante coltellate che spero sia morta. Io poi mi ammazzo». Ma non lo ha fatto perché i carabinieri sono riusciti a geolocalizzarlo attraverso lo smartphone e a bloccarlo. AI militari ha detto che si sarebbe consegnato solo se fosse stato sicuro che il figlio di appena 3 anni, avuto dalla vittima, sarebbe stato tolto alla madre. Parole deliranti messe nero su bianco su un altro biglietto indirizzato al figlio. Nella lettera indirizzata a suo padre e sua madre, invece, il 35enne ha scritto che la vittima «non meritava di vivere», era la donna che non doveva amare e che lui non è «mai stato pazzo». Alla ex suocera ripete, dopo il ferimento, le parole del biglietto ovvero che la colpa era della 35enne e lo dice piangendo in un messaggio vocale. Tutti elementi in mano alla Procura di Bari che sta coordinando le indagini anche attraverso l’ascolto di testimonianze, come i conoscenti del 35enne e della donna che hanno raccontato non solo dei continui e violenti litigi tra loro ma anche della paura della donna di essere aggredita, spaventata al punto da portare in borsa l’attrezzo da cucina che è stato sequestrato dai militari. La vittima lotta tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione nel Policlinico di Bari. Le sue condizioni sono ancora gravi e la prognosi resta riservata.