L’ultima partita del 2023 del Bari è stata la perfetta sintesi della prima parte di stagione. All’insegna del “vorrei mai non posso”. Vorrei chiudere le partite ma non ho il killer instinct negli ultimi 30 metri, vorrei dare una svolta a un campionato sin qui in chiaroscuro ma non riesco a fornire una prestazione lineare per tutti i 90 minuti, vorrei avere una classifica all’altezza di un pubblico che anche nel giorno di Santo Stefano risponde presente con più di 800 tifosi nel settore Ospiti a oltre 900 chilometri da casa. La trasferta di Genova sul campo della Sampdoria è stata la somma di vizi e virtù comprese nell’organico allenato da Pasquale Marino, arrivato in Liguria con una grande attenuante: le assenze, ben cinque, per un elenco che comprendeva Diaw, Maiello, Koutsoupias, Pucino e Ricci oltre all’acciaccato Dorval, partito dalla panchina. Contro la squadra allenata da Andrea Pirlo, non una corazzata del campionato ma un gruppo con le stesse difficoltà e gli stessi numeri di Di Cesare e compagni, si è vista una buona partita per meccanismi di gioco e ritmo, la migliore della gestione Marino. La genialata sull’asse Menez-Sibilli sembrava poter portare una vittoria sotto forma di regalo di Natale ma il guizzo dell’ex biancorosso Esposito, favorito dal solito errore del singolo – nella fattispecie una combo letale sull’asse Frabotta-Maita – ha fissato il punteggio sull’1-1 al 92′. Morale della favola mancata: al giro di boa il Bari ci arriva a metà classifica, con un +3 sulla zona playoff e un -5 dai playout. Per cambiare rotta occorrerà affidarsi al calciomercato.
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