Il capogruppo del Pd alla Regione, Filippo Caracciolo, è stato rinviato a giudizio per corruzione e turbativa d’asta insieme all’ex direttore generale dell’Arca Puglia centrale, Sabino Lupelli, e all’ex dirigente del Comune di Barletta, Donato Lamacchia. Lo ha deciso il gup di Bari, Ilaria Casu, esprimendosi sulla vicenda relativa alla gara d’appalto bandita nel 2017 dal Comune di Corato per la costruzione di una nuova scuola: secondo l’accusa, Caracciolo (all’epoca assessore regionale all’Ambiente) avrebbe indotto il presidente della commissione aggiudicatrice, Donato Lamacchia, a intervenire in favore dell’impresa dei fratelli Massimo e Amedeo Manchisi che poi si aggiudicò l’appalto da 5,5 milioni di euro. Attraverso la mediazione di Sabino Lupelli, dirigente di Arca Puglia, sarebbe stato assicurato a Caracciolo “l’impegno elettorale” dei Manchisi alle elezioni politiche del 2018. Prosciolto dalle accuse di corruzione e turbativa d’asta l’imprenditore Amedeo Manchisi, mentre per gli stessi reati il fratello Massimo ha patteggiato una pena complessiva di 20 mesi di reclusione, tra i 4 mesi e 20 giorni patteggiati oggi e un precedente patteggiamento (già ratificato) a un anno e quattro mesi per un’altra vicenda in cui era coinvolto anche Lupelli. La pena nei confronti di Manchisi è stata sospesa. Il dibattimento per Caracciolo, Lupelli e Lamacchia si aprirà il prossimo 7 maggio.